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Gestione chiavi e piccoli beni aziendali (bachece elettroniche):

i sistemi informatizzati per la tracciabilità alla luce dei limiti della tecnologia RFID.

 


La tecnologia RFID (1), originariamente sviluppata in ambito militare (2), ha avuto a partire dagli anni 1980 una rapida diffusione negli impieghi civili specie a seguito dell'introduzione dei tag passivi (senza alimentazione) che hanno un basso costo e piccole dimensioni (impiegandosi microchip e antenne costituite da sottili piste a spirale in rame).


L'uso della tecnologia RFID ha altresì reso possibile l'informatizzazione di varie procedure, come quelle connesse alla gestione delle chiavi e più in genere dei piccoli beni aziendali (cellulari, tablet, ecc.) (nel seguito per comodità di esposizione si userà solo il termine chiavi) ai fini del tracciamento della loro movimentazione, rendendo in tal modo possibile automatizzare la creazione dei movimenti di prelievo e restituzione.


Le soluzioni attuate, che nell'uso commerciale vengono comunemente denominate bacheche elettroniche (4), in sintesi, variano dall'estremo più semplice che si concreta nell'impiego della tecnologia rfid con un solo lettore incaricato di leggere tutti i tag, a quello che prevede l'uso di alloggiamenti fissi ciascuno dotato di apposito lettore rfid di prossimità, e come via di mezzo i sistemi che impiegano un solo lettore rfid di prossimità obbligando però fisicamente, tramite appositi percorsi tracciati nel supporto, l'utente a far passare il tag su di esso per giungere al punto di estrazione e di fare altrettanto in caso di restituzione. L'impiego di una di queste ultime due soluzioni consente anche la possibilità di implementare un sistema di blocco fisico al fine di impedire fisicamente a livello della singola chiave il prelievo da parte degli utenti non autorizzati.


La soluzione di base, ovvero quella che prevede l'utilizzo di un solo lettore a copertura dell'intera superficie, non è altro che una mera applicazione rfid in un contesto multi-tag e come tale soffre dei limiti propri dell'impiego della tecnologia rfid in tali contesti, rilevandosi pertanto un sistema instabile a causa delle false letture. L'utilizzo di bacheche basate sulla soluzione base è pertanto da sconsigliarsi in quanto l'applicazione presenta dei limiti che cozzano con quello che è il fine del loro utilizzo in altri termini i prodotti commerciali che si basano su di essa sono dei prodotti difettosi per la loro natura realizzativa; del resto è piuttosto semplice individuare una siffatta realizzazione in quanto non saranno presenti né alloggiamenti fissi per le chiavi e né canali che obbligano fisicamente il percorso da fare per il prelievo/restituzione della chiave (o altro bene che sia). Le altre due soluzioni, attuando invece un sistema di lettura di prossimità, realizzano una separazione spaziale dei segnali poiché un solo tag potrà trovarsi nel range di lettura del lettore rfid e quindi concretano un'applicazione rfid in un contesto mono-tag.


Nel pdf, scaricabile da questo link, si farà una breve disamina dello stato dell'arte alla luce dei limiti della tecnologia rfid (3) e delle tre soluzioni di bachece elettroniche attualmente disponibili.



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(1) L'acronimo sta per Radio Frequency ID, ossia identificazione a radio frequenza.

(2) Fu utilizzata nel 1915 dalla Royal Air Force

(3) Note e consigli: l'oggetto del pdf è quello di illustrare nel modo più semplice possibile in che modo i limiti attuali della tecnologia rfid si ripercuotono sulle applicazioni reali, nella fattispecie con riferimento alle bacheche elettroniche per la gestione delle chiavi, e sulle soluzioni adottate per superarli; per quanti volessero approfondire l'argomento sui limiti della tecnologia rfid si rinvia alla lettura della bibliografia referenziata nello stesso pdf.

(4) La bacheca elettronica è in genere una sorta di armadietto, dotato di uno sportello o di una serranda con apertura elettronica, le cui dimensioni variano a seconda del numero di chiavi da gestire ed in genere è proprio questo numero il criterio usato per la formulazione dei preventivi dalle aziende produttrici/venditrici nelle richieste di acquisto. E' agevole individuare la tipologia di bacheca elettronica con un semplice esame visivo della stessa, in quanto in quelle con un solo lettore a copertura dell'intera superficie non vi sono alloggiamenti fissi per la singola chiave che pertanto può essere disposta in un punto qualsiasi della superficie disponibile (sul lato delle specifiche tecniche avranno una frequenza di lavoro alta, solitamente in MHz). Nelle bacheche elettroniche con "percorso obbligato" la superficie presenta dei canali entro i quali si è fisicamente obbligati a far scorrere le chiavi per estrarle e per riporle ed  infine nelle bacheche elettroniche con alloggiamenti fissi la chiave deve essere riposta all'interno di un singolo alloggiamento.



BIBLIOGRAFIA

Fondazione Ugo Bordoni - Il sito FUB dedicato a RFID - http://www.rfid.fub.it

 


 

Alessandro Strano