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Il Mobbing

 

Per "mobbing" si intendono "vessazioni sistematiche" intese a colpire psicologicamente (demoralizzare) un dipendente o un collega di lavoro; ma cosa è all'origine di questa condotta? In genere si tratta dell'invidia e dalla paura di perdere la posizione o immagine da parte di chi la pone in atto. Stando alle statistiche, la cosa che appare più contraddittoria è che però tale comportamento, che nella maggior parte dei casi è rivolto contro i lavoratori più capaci e meritevoli, è spesso avallato o addirittura posto in essere dallo stesso "datore di lavoro": spingere i lavoratori a lasciare l'azienda o costringerli a lavorare in ambiente ostile da ridurne la produttività è senza dubbio espressione di una condotta stupida, oltre che eticamente deplorevole, perché va proprio contro gli interessi della stessa azienda e pertanto si risolve in danno di tutti coloro che in essa vi lavorano ed in definitiva anche di chi la pone in essere. Chi attua il "mobbing" è quindi un po' come il bambino dispettoso che per paura di perdere il giocattolo preferisce romperlo.


Alessandro Strano

 

Hiroshima 6/8/1945.


 

Il 6/8/1945 venne utilizzato il primo ordigno nucleare. Le «scoperte scientifiche non sono di per sé né un bene né un male, ma si possono usare bene o male» (Teller,  citato in K. Heinar, Sul Caso di  J. R. Oppenheimer). Però  «con tristezza rileviamo che una delle contraddizioni più sconcertanti da cui è tormentata e in cui si logora la nostra epoca è che, mentre da una parte si mettono in accentuato rilievo le situazioni di disagio e si fa balenare lo spettro della miseria e della fame, dall'altra si utilizzano le scoperte della scienza, le realizzazioni della tecnica e le risorse economiche per creare terribili strumenti di rovina e di morte» (Giovanni XXIII, Pacem in Terris).

 

«Erano le prime ore di una bella giornata tranquilla e calda. Le foglie degli alberi tremolavano, riflettendo la luce del sole che splendeva in un cielo terso. All'improvviso fui abbagliato da un lampo di luce, seguito immediatamente da un altro. La scena, che un momento prima m'era parsa così luminosa e gaia di sole, s'oscurò, gli oggetti si fecero indistinti. Fra i nembi di polvere, riuscivo a stento a distinguere una colonna di legno che prima serviva di sostegno ad un angolo della casa.Ora la colonna era tutta storta. Un po' alla volta, gli oggetti attorno a me presero consistenza. Scorgevo le sagome incerte di altre persone, alcune delle quali avevano l'aria di spettri che camminassero.»


Michihiko Hachiya, Diario di Hiroscima