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Sinceramente di Annalisa - Il significato del testo nella mia lettura


La canzone «Sinceramente» di Annalisa la definisco sinteticamente come un testo profondo addolcito da un ritmo veloce; il ritmo veloce svia l'attenzione sino a far apparire la canzone come sbarazzina, ma è sufficiente una lettura del testo per comprendere che il significato è tutt'altro che sbarazzino: di seguito la mia interpretazione critica del testo.


La ragazza non riesce a prendere sonno («mi sveglio ed è passata solo un’ora, non mi addormenterò») a causa delle sofferenze causatele(2) dalle persone che ha amato [«ancora otto lune nere e tu la nona»(1)].

Non si vergogna ad ammettere che il pianto dà almeno in parte sfogo alla propria sofferenza («e mi piace quando piango»), ma non per questo si arrende («anche se a volte mi nascondo, non mi sogno di tagliarmi le vene» o «anche se poi cadesse il mondo, non mi sogno di morire di sete») e pur dubitando su cosa fare («sto tremando... sto facendo un passo avanti e uno indietro») o addirittura di ricadere nello stesso sbaglio non dando un taglio immediato al rapporto («e forse me lo merito... di nuovo sotto un treno») appena si riprende dal momento di sconforto ha deciso di rispondere alla persona che ama [«appena mi riprendo, ti lascio un messaggio»] e a lui (in un dialogo immaginario) pone la seguente domanda: «La vuoi la verità?  Ma quale verità? Ti dico la sincera o quella più poetica?». Alla fine invia un messaggio di poche parole («due parole») chiuso da un freddo «sinceramente tua»(3) e chiede, di nuovo  in un dialogo immaginario col suo amato, «e non hai mai capito che quando mi sento male, è già tanto se ti mando un (freddo) messaggio» piuttosto che un definitivo vai a quel paese.
 

(1) La luna nera è un satellite della terra, prima teorizzato e successivamente anche avvistato da alcuni astronomi prima e agli inizi del '900, ma in seguito non più visto. In pratica rappresenta un miraggio, qualcosa che non si può raggiungere.


(2) Vedasi il passo «tu spegni sigarette su velluto blu», in cui non ha importanza né il tipo di tessuto né il colore ma il gesto in sé ovvero quello di fare del danno/male (spegnere la sigaretta sul tessuto, anziché usare il posacenere) senza alcun motivo, che ben si chiarisce col passo successivo «mi lasci sprofondare prima e dopo su», ovvero mi tratti male e poco dopo mi dici che per te sono importante. Vedasi anche il passo «sto lasciando dei chiari di luna indietro» cioè sto lasciando dei momenti difficili alle mie spalle ed in questi «tu non sei leggero» ma pesi come un macigno.


(3) «Sono solo parole dopo il vuoto» ovvero sono parole dette a caso quando non si sa cosa dire e benché possano sembrare belle («sono bagliori») in realtà sono vuote di contenuto («non è oro»).


Originariamente postato su https://www.youtube.com/watch?v=NfEp5l0UMBE


Alessandro Strano




Il Motore Primo

(l'Essere Supremo)

 

«Quando un oggetto ne modifica un altro, e questo ancora un altro, e così via, vi sarà un primo oggetto responsabile di tutti questi movimenti?... Credo che sia necessario affermare che il movimento che è in grado di muovere se stesso sia infinitamente superiore, e tutti gli altri vengano dopo questo.»


Platone, Leggi, X, 894d-895a

 

«E' dunque necessario che ci sia un Principio, la cui sostanza sia l'atto stesso (la perfezione, l'essere che ha in sé la ragione del suo esistere).»


Aristotele, Metafisica, XII, 6

 

«Se dunque una cosa è in movimento, si deve dire che essa è mossa da un altro. Non si può però procedere così all'infinito, poiché in questo caso non si avrebbe un motore primo e senza un motore primo non si avrebbero neppure altri motori, poiché i motori intermedi muovono solo se sono mossi dal motore primo.»


San Tommaso D'Aquino, Summa Theologiae, I, q. 2, a. 3

 

 

  

Lapsus o Verità.


 

Talvolta gli errori palesano la verità.

«Un giovanotto rivolge la parola a una donna che vede per la strada: - Se permette, signorina, vorrei invultarLa. - Evidentemente voleva invitarla ma temeva di insultarla con la sua offerta. Talvolta la papera sostituisce una lunga descrizione di un carattere. Una giovane signora (era lei che comandava in casa) mi narra del marito sofferente che era stato dal medico per chiedere quale dieta seguire, ma il dottore aveva detto che non occorreva dieta. Dunque: "Può mangiare e bere quello che voglio".»


Sigmund Freud, Psicopatologia della Vita Quotidiana

 

 


 

Nascita di una Leggenda.

 

Leggiamo quanto ci narra Erodoto a proposito della nascita della leggenda che riguarda  Ciro, re dei Persiani, che per un sogno avuto dal nonno, il re Astiage, avrebbe dovuto perire, ma fu risparmiato dal confidente del re ed affidato ad una coppia di pastori, Mitradate e Spaco.

 

«...questa donna nella lingua dei Medi aveva nome Spaco, che in greco corrisponde a "Cino", poiché la cagna i Medi la chiamano spaco. I genitori (cioè la figlia ed il genero di Astiage), valendosi di questo nome, per far sì che la salvezza del loro figlio apparisse ancor di più agli occhi dei Persiani come opera divina, sparsero intorno la voce che Ciro, esposto, era stato nutrito da una cagna. Di qui ebbe origine tale leggenda.»


Erodoto, Storie, I, 108-122